RB 4,20 – Rendersi estraneo al modo di pensare e di agire del mondo. Spesso si associa la vita monastica alla “fuga dal mondo”. Questo versetto ci aiuta ad evitare dei travisamenti pericolosi. Prima di tutto occorre capire cosa si intende con il termine “mondo”. Questo capitolo è una raccolta di citazioni, qui si fa
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Appunti spirituali
RB 4,14-19 – Ristorare i poveri. Vestire chi è nudo. Visitare chi è malato. Seppellire i morti. Soccorrere chi è nella prova. Consolare gli afflitti. Benedetto a questo punto elenca una serie di azioni citando in modo implicito, ma chiaramente, il racconto del Vangelo di Matteo al capitolo 25. Azioni che nella tradizione sono state
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RB 4,11-13 – Tenere sotto disciplina il proprio corpo. Non cercare con avidità i piaceri. Amare il digiuno. Non si tratta di avere in orrore il piacere e di considerarlo come qualcosa di demoniaco, cosa che storicamente è anche accaduto, ma di custodire una vera libertà dando ad ogni cosa il giusto posto. Tenere sotto
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RB 4,9-10 – Non fare agli altri ciò che non si vuole venga fatto a sé. Rinunciare totalmente a se stesso per seguire Cristo. Anche questi due versetti hanno una valenza riassuntiva. Nel vangelo di Matteo e in quello di Luca Gesù usa questa espressione non fare agli altri ciò che non si vuole venga
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RB 4,3-8 – Poi non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non assecondare la concupiscenza. Non testimoniare il falso. Onorare tutti gli uomini. Il capitolo quarto è sostanzialmente una raccolta di versetti biblici, quasi a ricordarci che la Regola è una sorta di bigino, un prontuario per vivere il Vangelo. Se dovessimo noi scegliere un
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RB 4,1-2 – Prima di tutto, amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze. Quindi amare il prossimo come se stessi. L’incipit di questo capitolo dedicato agli strumenti delle buone opere è significativo: “in primis” prima di tutto. Si abbraccia la vita monastica per amore di Dio, non
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RB 4 – Titolo: Gli strumenti delle buone opere. Il quarto capitolo della Regola è una raccolta di versetti biblici, apparentemente senza una logica. Sono giustapposti senza un commento, una parola applicativa. Per capirlo è importante partire dal titolo: Gli strumenti delle buone opere. L’immagine dell’officina e degli strumenti con cui il monaco compie il
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RB 3,12-13 – Quando, invece, si devono trattare cose di minore importanza per il bene del monastero, l’abate ricorra soltanto al consiglio dei più anziani, come è scritto: Fai tutto chiedendo consiglio, e dopo non te ne pentirai. Ogni forma di responsabilità corre il rischio di diventare, anche in modo inconsapevole, una forma di dominio
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RB 3,8-11 – Nessuno in monastero segua le inclinazioni del proprio cuore; nessuno, sfrontatamente oppure fuori del monastero abbia la presunzione di contestare con il suo abate. Chi avrà osato farlo, sia punito secondo le norme correttive della Regola. L’abate però, da parte sua, faccia tutto nel santo timore di Dio e nell’osservanza della Regola,
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RB 3,7: Tutti, dunque, e in tutto, seguano la Regola come loro maestra, e nessuno abbia la temerarietà di allontanarsene. Cosa significa avere la Regola come maestra? Questa immagine ci invita a leggere questo testo, ma vale per ogni comandamento della Scrittura e non solo, come una sorgente di insegnamenti più che come un regolamento
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