Prologo 1 -Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del Maestro, apri docile l’orecchio del tuo cuore, accogli volentieri i consigli del tuo padre buono e impegnati con vigore a metterli in pratica.
 
Il secondo atteggiamento, sotteso a quello dell’ascolto-ricerca, è l’umiltà. Cioè l’atteggiamento di chi sa che ha sempre qualcosa da imparare, che ogni relazione può donarci qualcosa di buono, che è sempre possibile fare tesoro di ciò che la vita offre, anche se a volte è dolorosa. Facendo proprio l’invito di Paolo: vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono (1Tes 5,21), il discepolo ha un approccio positivo alla realtà, ma non ingenuo.
Gli aggettivi mio e tuo indicano una relazione personale che diventa sempre più profonda e significativa. Se ne scopre la qualità (padre buono) e la ricchezza proprio scegliendo di mettersi in gioco. Questo interlocutore misterioso, definito come maestro e padre, è colui che può far sbocciare la nostra vita, farci crescere, giungere là dove oggi non speriamo neppure di arrivare. Esso parla nel nostro cuore ed è lì che dobbiamo scoprirlo e ascoltarlo.
Benedetto non propone se stesso come maestro, ma ce ne indica uno interiore, Dio stesso. Lui è già presente, ma se non sappiamo scendere in noi stessi non ce ne accorgiamo. La sua parola già risuona, ma se non riusciamo a fare silenzio e lasciare fuori tutti i rumori non la possiamo sentire. L’invito ascolta è prima di tutto l’invito a scoprire questa presenza, a cogliere l’occasione di questa relazione, per poter sperimentare come è sorgente di vita.
Abbi il coraggio di una spazio quotidiano in cui imparare ad ascoltare le voci presenti nel tuo cuore, a scoprire una presenza che suggerisce, che accende desideri, che indica orizzonti. Questo richiede di saper custodire un silenzio non solo esteriore, ma dei rumori interiori. Un aiuto ci viene anche dall’imparare ad ascoltare il ritmo del nostro respiro, dal raccoglierci chiudendo gli occhi e svuotando la mente dalle mille preoccupazioni rallentando il respiro. Noi siamo un tutt’uno a anche il nostro corpo deve essere in sintonia. La tradizione esicasta ci offre un metodo per aiutarci ad ascoltarci e scoprire così il tesoro che è già in noi.