Prologo 11-13 – E ancora: Chi ha orecchi per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. E che dice? Venite, figli, ascoltatemi; v’insegnerò il timore del Signore. Correte mentre avete la luce della vita, perché non vi sorprendano le tenebre della morte.
Benedetto raccoglie alcune citazioni bibliche per offrirci altri spunti di riflessione sul tema dell’ascolto e della relativa risposta. Quando infatti Dio parla lo fa per suscitare in noi una risposta, per metterci in cammino. La prima citazione è tratta dal libro dell’Apocalisse, dove Dio rivolge alle diverse chiese una parola di richiamo, una parola che mette in luce delle fragilità e dei limiti che non vedono. Lo fa per aiutarle a correggersi, a far risplendere il loro fervore, non per umiliarle. Sono parole non da ascoltare semplicemente, ma da “intendere”, cioè da comprendere attraverso un confronto e un discernimento.
La Scrittura è una parola scritta secoli fa, ma che se so “intendere” può illuminare la mia vita permettendomi di conoscermi e di orientarmi. E’ una parola su di me e per il mio futuro. E’ la parola di un padre che desidera insegnare al proprio figlio la via della vita, cioè a riconoscere quali sono le scelte che portano alla vita, per evitare quelle che invece hanno come frutto finale la morte, la tristezza, il fallimento.
Per Benedetto l’ascolto non è fine a se stesso, non è erudizione, ma trasforma la vita, la segna. Occorre però che l’ascolto non sia superficiale, metta cioè in gioco tutte le nostre dimensioni, compreso il coraggio di prendere delle decisioni. Di fronte a parole che sento significative e vere per me, non posso restare spettatore, in attesa di non si sa quale segno. La mia risposta deve essere esistenziale, così permetterò alla parola di portare tutto il frutto di vita che potrebbe.
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