Prologo 16-17 – Se, all’udirlo, tu rispondi: Io, così ti soggiunge il Signore: Se vuoi avere la vera ed eterna vita, preserva la tua lingua dal male, le tue labbra da parole bugiarde; sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca la pace e perseguila.
Prendendo in prestito le parole del salmo 34 Benedetto ci offre delle indicazioni per un cammino che aspira alla vera vita, cioè a una vita autentica e piena di senso. Esso mette al centro le relazioni, che si costruiscono a partire dalle nostre parole, che sono, per certi aspetti, lo specchio della nostra persona. La nostra affidabilità, affabilità, pacatezza, consistenza, ecc. traspaiono dal nostro parlare e permettono o meno relazioni autentiche. Chi nel parlare è superficiale, volgare, reattivo, incostante è come se costruisse relazioni sulla sabbia, che si sgretolano e non resistono. Questo perché lui stesso è inconsistente, in quanto fondato su se stesso.
La ricerca della vita eterna fa allusione alla domanda del giovane riportata nel vangelo di Matteo 19,16-22. Gesù richiama alcuni comandamenti che fanno riferimento alle relazioni, alla loro qualità. Questo è il primo passo, ma si poggia e fonda su una relazione speciale che è quella con Dio. Possiamo cercare la pace e il bene solo mettendoci in ascolto e alla sequele di Gesù: vieni! seguimi! Non siamo noi la sorgente del bene, ma è vicino a noi e alla nostra portata.
Che peso diamo alle parole, nostre e degli altri? Che significa: che peso diamo e quanta energia investiamo nella qualità delle relazioni? Un amico è una persona la cui parola è sicura, anche quando mi dice qualcosa che al momento mi ferisce. So che se me lo ha detto, è per il mio bene e quindi mi interrogo e cerco di crescere partendo da quella parola. E così è anche con la parola di Dio.
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