Prologo 29-34 – Sì, a quella dimora giungeranno coloro che, pervasi dal timore di Dio, non si inorgogliscono per la loro esatta osservanza, ma, consapevoli che quanto c’è in loro di buono supera le loro capacità ed è unicamente frutto della grazia divina, magnificano il Signore che opera in loro, e dicono con il profeta: Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria, così come pure l’apostolo Paolo non si attribuiva alcun merito della sua predicazione, ma piuttosto affermava: Per grazia di Dio sono quello che sono; e inoltre: Chi si vanta, si vanti nel Signore. Pertanto nel Vangelo in Signore dice: Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.

Il rischio della vita monastica è quello di scadere nel formalismo o nel legalismo, cioè di trasformare gli strumenti, che sono le norme, in mette da raggiungere. Il problema non lo si risolve eliminando le regole, ma rimettendo le cose al loro posto. La meta è abitare nella casa del Signore, la strada è il Vangelo, le regole ci aiutano a capire come vivere il Vangelo offrendoci delle indicazioni pratiche, delle applicazioni. Non ci si può fermare alla lettera, ma accorro risalire allo spirito in essa contenuto. Occorre cioè sempre capire la direzione che ci indicano, più che il singolo passo richiesto.

Quando infatti osserviamo delle norme non siamo giunti alla meta, ma abbiamo compiuto qualche passo in quella direzione. Ma anche in questo portare a compimento la legge dobbiamo riconoscere ciò che è farina del nostro sacco e ciò che ci è donato gratuitamente, cioè ciò che Dio stesso ha portato a compimento in noi.

A noi è chiesto il discernimento, la decisione e l’impegno fedele, Lui ci dona il frutto di quanto abbiamo con speranza seminato su un terreno non sempre pronto. Saper riconoscere la sua azione in noi ci dona anche fiducia, perché riconosciamo come siamo sempre nelle sue mani e la riuscita del nostro cammino di conformazione a Lui non dipende dalle nostre fragili forze e dalla nostra incostante volontà, ma dalla sua misericordia.