RB 4 – Titolo: Gli strumenti delle buone opere.
Il quarto capitolo della Regola è una raccolta di versetti biblici, apparentemente senza una logica. Sono giustapposti senza un commento, una parola applicativa. Per capirlo è importante partire dal titolo: Gli strumenti delle buone opere.
L’immagine dell’officina e degli strumenti con cui il monaco compie il suo lavoro ci ricorda che abbiamo una responsabilità attiva sulla nostra vita. Essa è certamente un dono e molto lo riceviamo gratuitamente, ma molto è anche affidato alle nostre mani perché lo facciamo crescere e lo plasmiamo. Usando l’immagine evangelica della parabola dei talenti, ci è affidato un tempo in cui “trafficare” il capitale che ci è affidato, e questo trafficare rispecchierà l’immagine che abbiamo di Dio.
Ma il lavoro ci ricorda anche che questo operare su noi stessi è faticoso, non è spontaneo, automatico, scontato. Vi è una dimensione di fatica, di sudore, ma anche di gioia e soddisfazione nel vedere i frutti del proprio lavoro. Tornando alla parabola: soddisfazione e gioia del servo, ma anche del padrone che con gioia vede portata avanti la sua opera e il suo progetto.
Dio ci vuole figli responsabili e per questo ci dona gli strumenti, ma ci lascia la piena libertà di scegliere se e come usarli. Lui ha un progetto d’amore su di noi, ma ci lascia la piena libertà di costruirci una vita come desideriamo, anche contro il suo progetto. Questo è lo spazio della libertà che l’amore di Dio ci dona.
La Regola vuole aiutarci a gestire questa libertà, questo spazio di responsabilità indicandoci una meta e offrendoci degli strumenti per lavorare su di noi. L’espressione “cammino di conversione” o “ritornare a Dio” ci indicano che la meta è Dio stesso.
Benedetto in questo capitolo sembra voler fare una specie di inventario degli strumenti che abbiamo a disposizione per lavorare su di noi e portare a compimento il desiderio di Dio. Apre questo elenco con il primo e più grande comandamento, come lo definisce il fariseo del vangelo. Esso è un riassunto, contiene tutta la legge e i profeti, cioè tutta la Scrittura. Possiamo quindi dire che Benedetto con il comandamento dell’amore ci affida anche tutta la Scrittura, esso è il criterio di discernimento con cui utilizzare tutti gli altri “strumenti” elencati in questo capitolo. L’amore per Dio e per il prossimo sono la chiave con cui leggere tutte le altre indicazioni che seguono. Tutte sono per certi aspetti contenute in questi due primi.
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