RB 4,55 – Ascoltare di tutto cuore le sante letture.

Iniziano alcuni versetti che hanno come tema la preghiera. E’ interessante che il primo è dedicato all’ascolto, che è quella dimensione della preghiera che ci è meno immediato e spontaneo. Siamo infatti più portati a domandare, a raccontare, a far emergere ciò che abita il nostro cuore, più che ad accogliere una parola che ci viene dall’esterno.

Si tratta di un ascolto fatto con il cuore perché sia illuminato, sia alimentato, sia coltivato. Non è un ascolto volto all’accrescimento delle nostre nozioni, ma alla comprensione di noi stessi, del nostro vissuto, della nostra relazione con Dio. Potremmo dire che è un invito a un ascolto esistenziale, che alimenta e dona senso alla nostra vita.

L’oggetto è abbastanza generico: sante letture, che ci suggerisce che Dio ci parla attraverso molti strumenti e occasioni. Se certamente la Scrittura è lo scrigno per eccellenza della sua Parola, è altrettanto vero che un cuore sensibile e abituato a riconoscere la sua voce, può scoprire perle preziose in ogni testo intriso di umanità. Le parole e le vite di uomini e donne che si sono seriamente impegnati in un ascolto di se stessi e in una riflessione sulla loro esperienza, ci può aiutare a conoscere noi stessi e l’agire di Dio nella storia. Lo scopo di questo ascolto è proprio questo, imparare a leggere la presenza e l’azione di Dio nella mia vita e in quella delle persone che mi circondano.

Ascoltare è più che leggere, potremmo dire che è un movimento di illuminazione, di comprensione, di interpretazione dell’esistenza come luogo di rivelazione della presenza di Dio. La santità di Dio si manifesta nella vita degli uomini. Nelle loro parole ne possiamo scorgere delle tracce. Occorre affinare il cuore per scoprirle. Il monaco è infatti un cercatore di Dio.