RB 4,60 – Odiare la volontà propria.

Benedetto non vuole uomini senza volontà, ma non con una volontà individualista, che cioè non si pone e non si pensa come parte di un corpo, che è la comunità. Il cammino monastica, ma ogni cammino di maturazione umana, richiede forza di volontà nel prendere decisioni, a volte anche faticose. La stessa scelta di entrare in monastero non avrebbe consistenza senza una volontà libera e forte.

La questione è allora come educhiamo e formiamo la nostra volontà, per cosa la usiamo. Se come cemento che consolida la comunità, la famiglia, il gruppo, o come elemento difensivo per custodire la propria autonomia e individualità.

Potremmo esplicitare questa espressione così: odiare la volontà che isola. Siamo chiamati da Dio a costruire relazioni e a custodire quanti ci vivono accanto. Le nostre capacità, la nostra volontà, va giocata in questo modo, perché così sboccerà e porterà frutto la nostra vita. Una vita vissuta in modo difensivo, chiudendosi all’altro, è una vita soffocata che alla fine perde la gioia.