RB 4,70-71 – Venerare gli anziani. Amare i giovani.
Benedetto usa due sinonimi per evidenziare come le relazioni, e in particolare l’affetto, si devono adattare alle diverse caratteristiche delle persone. Questo tema lo espliciterà e svilupperà nel capitolo 63, ma già da subito ci offre questo richiamo. Non si tratta di fare differenze nel senso di discriminazioni, ma riconoscere come pur nell’uguaglianza di stima e valore, ciascuno di noi porta un patrimonio di caratteristiche unico.
Se ci pesiamo bene l’affetto che abbiamo per le persone che ci sono vicine lo esprimiamo con gesti e forme un po’ differenti in base a tanti fattori. L’affetto che abbiamo per un amico lo esprimiamo in modo differente da quello per i nostri genitori, e così per quello verso dei bambini, ecc. L’amore si deve adattare e trovare le forme più corrette per manifestarsi. Questo è l’invito che ci è rivolto, perché possa portare anche i migliori frutti. Non parto solo da me stesso e da ciò che sento, ma dall’altro e da tutto ciò che mi dona e ciò che rappresenta per me.
Solo in questa prospettiva possiamo capire anche altri richiami del Vangelo, come quello di amare i nemici. E’ impensabile che si esprima e mi coinvolga come quello per una persona cara. Avrà e deve avere forme differenti e risonanza interiori differenti, pur essendo altrettanto autentico. Prima di tutto sarà ricerca del suo vero bene rinunciando al giudizio e al risentimento.
Tutta la vita è una scuola per imparare ad amare, ma occorre che fin da subito impariamo a riconoscere e rispettare l’unicità di chi ci sta di fronte e per questo troviamo un modo unico e irripetibile per relazionarci con lui. Questo vale anche per il nostro porci davanti a Dio. E l’altro aspetto importante da custodire è che la relazione è viva ed evolve, che significa che dovrà cambiare anche il nostro modo di amare la stessa persona in base allo sviluppo della nostra relazione e delle nostre persone. Non possiamo pensare di fossilizzare l’altro in un nostro schema o in una certa posizione. E’ un cammino che si fa insieme e rispetta l’evoluzione di ciascuno.
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