RB 5,1-2 – Il primo grado di umiltà è l’obbedienza immediata. Essa è propria di coloro che ritengono di non avere assolutamente nulla di più caro di Cristo.

Questo capitolo è dedicato all’obbedienza, ma incomincia parlando di umiltà. Questo per orientarci a capire di che tipo di obbedienza si tratta. Etimologicamente obbedire significa ascoltare (ob – audire), e per Benedetto si tratta di un ascolto umile, un mettersi alla scuola di qualcuno, per imparare. Questa umiltà richiede l’uso del discernimento, dell’intelligenza, perché attraverso le cose che ascolto e che metto in pratica devo imparare dei valori da fare miei e trasmettere a mia volta.

E’ l’atteggiamento con cui affrontare questa scuola del servizio divino, che non è fatta solo di insegnamenti teorici, ma anche di esercizi pratici. Le indicazioni pratiche che vengono date, dalle più semplici come l’orario, agli atteggiamenti da avere nelle relazioni, ecc., non sono solo delle norme di buon vivere, ma il veicolo per l’assunzione di valori umani e spirituali. L’obbedire, il mettere in pratica, allora non può e non deve essere mera ripetizione di gesti, ma assunzione di valori. Imparo mettendo in pratica, comprendo i valori spiegati iniziando a viverli per capirli più profondamente.

Quell’“immediata” mi dice di non aspettare di aver capito tutto per iniziare a fare. Al contrario, incomincia a fare per imparare. Fidati del tuo maestro e fa tesoro non solo delle sue parole, ma anche dei suoi gesti, di tutto ciò che ti chiede di mettere in pratica. Tutto questo per amore di Cristo, cioè non perché il tuo maestro è il migliore, ma perché ti può essere di aiuto nel tuo cammino di sequela avendo lui incominciato prima di te.

Questa scuola di crescita umana e spirituale non è generica, ma ha come meta e come modello Cristo. In Lui riconosciamo la pienezza della nostra umanità e la via della nostra deificazione (per usare un termine caro alla tradizione orientale), la via per essere figli di Dio.